Aneddoto n.4

Mia madre aveva un amico

uno di quelli che rimarrà il solo ed unico per il resto della sua vita

Il giorno del funerale, arrivai in ritardo per colpa di mio padre che non si svegliò in tempo dal suo pisolino post pranzo

mia mamma invece che arrivava direttamente da lavoro era già lì

La chiesa era gremita di gente e non riuscii a trovare mia madre, così mi misi in un angolino di una panca vicino ad un’anziana che non sembrava molto contenta di questa mia scelta

la signora, mi dava l’impressione che non era neanche interessata a dove si trovasse, come se un posto valesse un altro, 

come se non fosse ad un funerale di un uomo drammaticamente scomparso, di probabilmente una trentina d’anni più giovane di lei

ma lei niente, nessuna espressione in volto, niente di niente

Invece, poco più in là, appoggiato ad una colonna della chiesa, un signore si reggeva a malapena in piedi, con una mano sul viso che cercava di asciugare le lacrime

un immagine straziante che però, al contrario dell’anziana, mi rincuorò

A messa finita, quando uscii dalla chiesa venni assalita da un gruppo di occhi che mi puntavano, occhi di sconosciuti che probabilmente si chiedevano chi fossi ed occhi di conoscenti che si chiedevano se salutarmi oppure no

Imbarazzata schizzai fuori tra la folla che si atava accumulando davanti alla chiesa, e in quel attimo mi sentii persa, sola

una solitudine improvvisa immensa, nonostante le centinaia di persone intorno

mia madre non si vedeva ancora e io non sapevo da che parte dirigermi

e lì un pensiero tremendo mi passò per la mente “l’unica persona a cui potrei avvicinarmi oggi non c’è più”

Individuai mio padre parlare con un amico e poco convinta li raggiunsi, “ah sei qua?” mi fece lui disinteressato e aspettammo che uscisse anche mia mamma

Al cimitero, ci incamminammo verso la lapide su cui c’era già la sua foto, che lo ritraeva stretto al suo cane

appena vidi la sua faccia, una scossa violenta di calore mi attraversò il corpo, nonostante il freddo di febbraio mi avesse accompagnato fino a quel momento

fissai per qualche minuto la foto e la sua faccia

La faccia di uno che sembrava avesse sbagliato posto, uno che lì non ci dovrebbe proprio stare

uno che al massimo, lo vedresti bene accovacciato in una carriola, spinto magari da mia madre

Aneddoto n.3

Mia madre aveva un amico

uno di quelli che se l’avesse chiamato “fratello” nessuno avrebbe trovato niente da dire

Il giorno dell’incidente, stavo accompagnando mia mamma al supermercato

avevo preso da poco la patente e guidavo la mia prima macchina, una panda young scassata, che adoravo, ma comunque scassata

Stava piovendo a dirotto, quando mio padre ha chiamato mia mamma per darle la notizia dell’incidente

Non dice quali solo le sue condizioni, perché non si conoscevano ancora, dice solo che è uscito di strada e rotolato giù con la macchina

una strada che non è pericolosa e che lui conosceva benissimo

In quel periodo l’amico di mia mamma mangiava poco e dormiva male, magari un colpo di sonno?

Mia madre al momento della notizia, inizia ad urlare ed io non capisco

non mi è passato nemmeno per la mente che potesse essere successo qualcosa di grave, “magari si salvava con qualche frattura”, pensavo

ed allora perché agitarsi tanto?

Come se lei avesse intuito qualcosa che io non avevo nemmeno immaginato, né tanto meno, successivamente accettato

Cerco di concentrarmi sulla guida mentre le grida di mia mamma si mischiano allo sbattere dei tergicristalli impostati a velocità massima

Quando arriviamo al supermercato mio padre mi chiama “guida sempre tu al ritorno, perché la mamma oggi non può” mi dice

Aneddoto n.2

Mia madre aveva un amico

uno di quelli che incontri una volta sola e poi mai più

Quando ero piccola e il telefono di mia madre squillava, mi piaceva fare un gioco: indovinare chi avesse chiamato in base a come mia mamma rispondeva e iniziava la conversazione

Quando chiamava questo solo suo amico, il gioco era troppo semplice, perché si capiva subito chi fosse

Mia madre quando era al telefono con questo suo amico, aveva un modo di parlare che aveva solo con lui, un modo non gentile, né formale o serio con cui poteva avere con altri

Un giorno questo suo amico scoprì che sua moglie lo tradiva, e chiamò mia madre

“Me l’hai tenuto nascosto per tutto questo tempo, perché non me lo sei venuta a dire?” le chiese quel giorno al telefono

“ma io non lo sapevo, o meglio non ne ero sicura” si giustificò lei

Il fatto che lui si sentì quasi più tradito da mia madre, che da sua moglie mi colpì molto

come se il loro fosse un rapporto inavvicinabile, sacro

qualcosa di cui essere gelosi, perché qualcosa di troppo difficile da ottenere, troppo raro

Profilo n.1

Con la prepotenza che solo un uomo del genere può avere

Cammina, avanza, si avvicina sempre con questo modo arrogante

che giusto un uomo può avere.

Si approccia alla vita con questo fare altezzoso, altero, di “uno che sa”, ma in realtà non sa niente

Un uomo che sembra non abbia mai provato dolore, empatia, ben che meno pietà per qualcuno

Rispetto? Mai visto, mai imparato

Un individuo spocchioso che se ne va in giro pavoneggiandosi: “guardatemi sono arrivato, sono qua”

E se non mi amate, io vi disprezzo, vi sputo in faccia, perché io esisto, non come esisti tu, io sono importante

Nato, cresciuto e invecchiato in un modo totalmente disinteressato a ciò che gli circonda, come se non fosse mai stato toccato dalla vita

Un uomo di cui quasi si prova invidia, invidia della sua capacità di ignorare tutto ciò che c’è dentro e ciò che c’è fuori di lui.

Aneddoto n.1

Mia madre aveva un amico

Uno di quelli, che se per caso un giorno se ne andasse, poi uno così non ritorna più

Un giorno lei e il suo amico vanno a fare un lavoro in campagna

Finito il lavoro, tornano verso la macchina, a piedi, con una carriola

“Sono stanco, mi fanno male le gambe” si lamenta lui, “mi porti con la carriola?” Chiede come se scherzasse, ma lui non scherzava quasi mai

Mia madre accettò, non l’avrebbe mai fatto con altri, ma con lui sì. E allora si appropinquano verso la macchina, un uomo di 1 metro e 80, accovacciato in una carriola, serio, come se quello fosse il suo posto e mia madre dietro, che spinge

Ad un certo punto, passano davanti a due operai che lavoravano per strada, con facce attonite

“Se lo facessi io, mia moglie mi chiederebbe il divorzio” esclama uno dei due alla fine

“Ma quale moglie, questo é mio fratello non vede?!” Sputa mia mamma, con aria scocciata e affaticata. E continuano il cammino, il suo amico accovacciato, serio, e mia madre che spinge, in silenzio

“Sei proprio una brava attrice” alla fine dice l’amico

“Si, ma ora scendi che sei pesante” risponde mia madre